Cari Concittadini, apprendiamo dal sito istituzionale e dalla stampa locale che il Comune ha acquistato all’asta l’area del Magic Movie – Multiplex alla modica cifra di un milione e seicentocinquantamila euro pagandolo con una fidejussione riscossa e tributi non versati. Non spetta a noi giudicare se la scelta sia o meno ponderata, se sia stata lungimirante oppure viceversa una scelta sbagliata. Quello che invece sappiamo che chi ne esce vincitore in parte, da questa vicenda è la curatela fallimentare, che dopo diverse aste andate a vuoto si vede depositate nelle casse una cospicua cifra e la cancellazione dei debiti con il Comune a fronte di nessun intervento messo in atto per la sicurezza e pulizia di quella che è diventata una enorme discarica a cielo aperto e anche chiuso.

La storia del Magic Movie è vecchia, parte dal lontano 1991 con una variante al Piano Regolatore e vendita di terreni, susseguita da finanziamenti statali, ricorsi al TAR, vittorie e sconfitte dell’allora imprenditore, abusi edilizi e concessioni comunali, mafia cinese e criminalità organizzata nostrana, fallimenti. Quello che abbiamo sotto gli occhi da vent’anni è solo l’epilogo; le macerie di un affare partito male con una fine, forse, già scritto dalla posa della prima pietra. Una delle tante che sono presenti nella nostra penisola.

L’acquisizione del complesso con annessi e connessi, non è una vittoria come si vuole fare credere! Ma bensì una, non tanto magra consolazione; forse l’unica strada percorribile per mettere la parola fine ad un abuso di suolo indiscriminato in un’area protetta.

Quella zona di cui fino al dicembre 2019 tutti parlavano ma nessuno ha mai voluto affrontare come vero problema. Un degrado più volte segnalato dalla nostra Associazione, a cui veniva dato ogni tanto il “contentino” di una spolverata approssimativa alzando il tappeto del salotto e spazzando sotto la polvere. Quel sito che “è mio, ma non è mio. Io arrivo qui…più in là non mi riguarda” parafrasando una antica filastrocca in dialetto: L’è tua, l’è mia, l’è morta a l’umbrìa, come se la sicurezza e la salute dei cittadini avesse una proprietà.

Lo stesso segnalato a tutte le autorità del territorio senza ricevere risposta, come fosse una vergogna famigliare che non bisogna fare sapere a nessuno, perché il paese è piccolo e la gente mormora e nel contempo, nel corso degli anni al suo interno è stato girato un video-clip musicale, si organizzano caccie al tesoro sul web, si gioca a nascondino, a Soft-Air, ci sono incursioni di amanti dell’archeologia demenziale e non più tardi di settimana scorsa c’erano gruppi di ragazzini in esplorazione.

Ci sono voluti anni e segnalazioni per capire di mettere una barriera all’ingresso dalla strada provinciale, quanto meno a disincentivare l’abbandono di carcasse di automezzi e materiale inquinante nelle notti di luna piena. Dissero “non si può fare” per mesi e poi lo fecero, solo dopo che era colma di rifiuti. Sempre e solo dopo!

Da lì è partita la prima campagna elettorale dell’attuale Sindaco sette anni orsono, vogliamo sperare che non passino altrettanti per vedere la sua completa demolizione e la bonifica dell’intera area, perché auspichiamo che sia stato redatto un progetto e un piano attuativo, il tempo per pensarci e progettare c’è stato considerato che come da dichiarazioni rese: “Questa ferita aperta è sempre stato un pensiero costante”.

Ora l’alibi della proprietà è decaduto, adesso l’interlocutore è unico, la responsabilità per quello che accade all’esterno e all’interno ricadrà sul Comune.

L’Associazione continuerà a monitorare l’area denunciando abusi e sversamenti di materiale inquinante. Momentaneamente la bottiglia Prosecco rimane nel frigorifero in attesa di stapparla al primo colpo di pinza demolitrice o carica di tritolo, sperando non diventi aceto…al limite andrà bene per condire la cicoria selvatica che raccoglieremo in mezzo ai campi del Parco.